Proprio lì popola la mia collezione di bijoux Tarina Tarantino che negli anni, tra i 16 e i 20, ho collezionato mettendo da parte svariate mance e paghette. Di Hello Kitty possiedo tre cose, due paia di orecchini incrostati di strass e un anello esagerato, circolare e con stampata l'effige di Kitty, in motorino con i capelli rosa.
Apparteneva a una limited edition - la celebre Pink Head - che la designer di Los Angeles, dai capelli rosa appunto, aveva creato agli inizi dei 2000. Me l'aveva regalato una mia amica per il compleanno, perché raggruppava le mie tre grandi passioni, le sfumature rosa tra la chioma, lo scooter e ovviamente Hello Kitty. Non mi aspettavo quello che è successo: all'evento tutti mi hanno chiesto dove avessi acquistato quell'anello oggi introvabile che, per merito della canzone di Anna e Sillyelly, è visto come kinky/sexy ed eccentrico. E così l'ho sfoggiato soddisfatta, tra un selfie e l'altro, nella retrospettiva italiana più cool dedicata alla star della Sanrio, ritornando un po' quella ragazzina che sognava i Swinging Sixties.
Arriva a Roma Art of Play, la più grande mostra immersiva dedicata al gioco (e a Hello Kitty)
A crearla sono le gemelle Elena e Giulia Sella - le ideatrici anche del parigino House of Dreamers - e debutta il 25 ottobre, con istallazioni inno al gioco e a foto acchiappalike, al Pratibus di Roma, in Viale Angelico 52. Una mostra immersiva ideata in collaborazione con Vivo Concerti dove, tra le 16 installazioni che fanno riscoprire il proprio bambino interiore - ci sono, per esempio la stanza Arcade con videogiochi come Pac-Man e la Doll House a grandezza reale con piscina di palline in cui immergersi - 5 sale sono celebrative del 50esimo anniversario del personaggio di Sanrio. Più l'Hello Kitty Cafe dove degustare dolcetti a tema, con l'effige kitten.
Cosa ho imparato tra le stanze kawaii dell'Hello Kitty World
Hello Kitty è di Londra, il suo segno distintivo è un fiocchetto rosso, è alta come 5 mele e vive con mamma papà e la sorella Mimmy (che ha un fiocchetto in testa simile al suo, ma a destra e di colore giallo). Il suo hobby preferito è preparare dolci, il suo piatto del cuore è la torta di mele, la sua parola favorita è amicizia e il suo sogno è diventare pianista. Nella sezione “The Archive” della mostra Art of Play è possibile ammirare tutti i gadget complici dell'evoluzione di stile di Hello Kitty: oggetti di moda e di lifestyle - tra cui il mitico telefono fisso con filo - che negli anni hanno influenzato la cultura pop.
Chi è veramente Hello Kitty? Le curiosità
Diciamola alla Sanrio: Hello Kitty è la versione antropomorfizzata di un gatto bianco giapponese. Nonostante in molti siano convinti che il personaggio della Sanrio sia una gatta bianca che avrebbe, nel 1974, ispirato l'ideatrice di Tokyo, Yuko Shimizu, dopo che il padre gliene aveva regalata uno per il compleanno d'infanzia, l’antropologa Christine R. Yano affermerebbe il contrario: Hello Kitty non è una gatta ma una bambina. «Un personaggio dei fumetti, una ragazzina, un’amica, ma non di certo una gatta. Infatti, non viene mai raffigurata su quattro zampe, ma cammina e si siede come una creatura a due gambe», aveva dichiarato al Los Angeles Times. Il portavoce di Sanrio però smentisce: «Hello Kitty è in realtà una personificazione, o meglio un’antropomorfizzazione, sul genere di Topolino. Non è né un essere umano né tantomeno un gatto».
Entrando nel dettaglio della storia dietro al mitico cartoon disegnato da Yuko Shimizu, il suo vero nome sarebbe Kitty White e si ispirerebbe a una bambina dell'età di 8 anni che vive a Londra, che possiede il gatto Charmmy Kitty e che veste in stile anni ‘70. La scelta del corpo bianco indicherebbe invece la purezza di una felice infanzia. Ora viene disegnata da Yuko Yamaguchi ed è sempre di proprietà della società giapponese Sanrio, che 50 anni fa commissionò a Shimizu un nuovo personaggio per impreziosire i suoi allora popolari sandali di gomma. Dopo il primo gadget - un portamonete in vinile ideato nel 1975 - è iniziata la Hello Kitty Mania anche oltre il Giappone.